Bisceglie, da un balcone

I balconi mi piacciono da sempre. Ma mica tutti, solo quelli alti alti, con tanta vita di sotto e ancora più cielo all’orizzonte.

Io vivo al nord, dove il “prendi una maglia che c’è l’arietta” é un mantra. Dove Sandra e Simona sono “la Sandra” e “la Simo”. Dove non sei nuda, sei biotta.

Al sud le prime 3 domande che ti vengono poste sono:

“Hai Fame?” – “Hai mangiato?” – “Ti sei saziato?”

E poi ci sono i concerti in piazza dove vedi persone con tavoli e sedie, noi che al nord al massimo ci portiamo i bastoni dei selfie. La gente per parlare, urla, come tra nonne storne. Al nord ci si messaggia, non ci si chiama al telefono. Per le romantiche perché lo scrivere resta e si può rileggere per sorridere tra sè e sè, per le altre, perché così si può applicare il multitasking tra una risposta e l’altra. L’auricolare rovina la piega e in borsa non si trova mai, si nasconde ‘sto stronzo.

Mentre stai per rilassarti in spiaggia, ti si piazza il vicino che spara Zarrillo a tutto volume; tu che di Zarrillo ti sei sempre chiesto dove caspita abbia trovato una rosa blu. Io che di blu ho solo un’orchidea comprata al Leroy Merlin a euro 19.90.

Il pranzo al sacco del sud è una mezza pensione del nord, perchè si deve mangiare per crescere. Dall’insalata di riso, al melone, alle scamorzine, al panzerotto. E la pizza dopo il panino, non prima. Al nord ci si prepara un panino scarno nella stagnola o un po’ di frutta a km 1500 e sbattito zero.

Lo sposo del sud, la sera prima del matrimonio, fa la serenata alla futura sposa. Sotto casa, cantando. E tutte le sciure s’affacciano alle finestre ed escono sui balconi per capire da dove arrivi la musica. E si balla in strada per festeggiare, in mezzo alla strada. Ci si sposta giusto per far passare le auto, po’ controvoglia anche. Al nord, si chiamano i carabinieri, ben chiuse dietro le persiane.

Le giornate al sud sono lunghe, non sono composte di 14 ore come al nord. Sì 14, perchè al nord siamo sempre di fretta, incastriamo acquagym nella pausa pranzo e spesa al TigrosDrive dopo il lavoro. E prima di Natale 2017 non abbiamo un buco per trovarci con i nostri migliori amici. Al sud si mangia bene, ci sono i caroselli (casridd) da mangiare a spicchi uno dietro l’altro. Qui al nord ci sono i cetrioli quando si è fortunati, che sanno di frigo, costano come un Cartier e li rutti ogni 15 minuti.

Al sud poi, ci sono 30enni che ti fanno ridere, quel ridere che ti tira le guance e ti piega la pancia e ti fa sbarluccicare gli occhi. Oh certo, anche al nord abbiamo i 30enni, per i quali le guance te le prendi a sberle talmente ti senti cretina a sopportarli e ti si piega sì la pancia. Dal nervoso. E gli occhi non ti sbarluccicano certo per lo stesso motivo. Gli occhi piovono direttamente.

Finora ho scritto “sud”, ma va letto Bisceglie. Solo 3 giorni. Ma come sentirsi a casa talmente grandi sono i cuori di chi ti ospita. I nomi non servono, ma i particolari restano: un paio di baffoni bianchi, i capelli lucenti e spessi raccolti in una morbida coda, il movimento cullante di una pancia nel sonno.

Sono convinta che al sud ci si possa innamorare di un balcone, anche standoci seduta sopra senza dire nulla. Mica come al nord, dove dal balcone più famoso si é dovuto parlare per forza. Parlare, parlare..che poi..com’è andata a finire, si sa.

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“Quando un forestiero viene al Sud piange due volte:

quando arriva e quando parte”

 

 

7 pensieri riguardo “Bisceglie, da un balcone

  1. che bello spaccato della vita al Sud, fatto da chi lo vive a distanza e lo sente dentro ancora di più
    PS IN Salento i “caroseddi” erano le pupunedde o meloncelle a seconda della zona…buonissimi!!!

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  2. Anche nella mia Mola di Ber…uguale 🙂
    Bellissimo quello che hai scritto.
    Anche mio fratello con consorte e figli,non volevano partire più per l’America dopo la vacanza.
    Si sono fatti una scorpacciata di affetto e prelibatezze di ogni ben di Dio..che per riprendersi dal ritorno e stata dura 🙂
    Ciao

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