Io so perchè non tratto argomenti cosiddetti “seri”. Perchè poi non riesco a non incazzarmi come un’ape e a non provare schifo per il genere umano. Che già spesso la definizione “umano” mi sembra inappropriata.
Viviamo in un’epoca dove ci si indigna per tutto: per la sofferenza della gallina nell’espulsione dell’uovo, perchè i negozi sono chiusi il 25 dicembre, perchè le stagioni non sono più quelle di una volta e perchè si stava meglio quando si stava peggio.
Bene, una volta appurato che il più delle volte a lamentarsi sono persone che non fanno nulla per cambiare le cose, inspiro profondamente e cerco di esporre la mia personalissima opinione su un fatto accaduto pochi giorni fa:
Compagni in gita – ragazzo autistico lasciato in classe
Tutti indignati, ne sono convinta. Per i più, giusto il tempo di passare alla prossima notizia. Tipo la Belen che torna con Stefano o la regolarità intestinale della Ventura. Perchè si sa, si segue un po’ l’onda.
Mamme che “oh poverino” “che sfortuna” a valanghe e poi se per strada incontrano un bimbo con gli occhi un po’ più stretti o con la camminata un po’ più ciondolante, stringono bene per mano i loro di bambini avvicinandoli a sè. Quasi a volerli proteggere. Quando forse sarebbe meglio stessero quanto più distanti possibile da tale ignoranza. Che difendersi dall’ignoranza è un conto e uno può provarci, ma avercela in casa che ti cucina la pastasciutta è un altro paio di maniche.
Ho chiesto ad una mia amica cos’è per lei l’autismo, non solo perchè lo conosce dal vivo e lavora anche nell’ambito sanitario, bensì perchè sapevo non avrebbe dato una risposta qualunque e sarebbe stata onesta e limpida come l’ho sempre ammirata:

Quando dice che Veronica non si accorge neppure che ha dei compagni, non sta giustificando il fatto che “quindi tanto vale non dire di una gita”. Giusto per puntualizzare.
Quelli che molti definiscono “non normali”, “ritardati”, “mongoloidi”, sono comunque bambini. E che i vostri siano “sani” non è un miracolo, ma un caso.
Perchè anche da sani hanno molte possibilità di diventare pessime persone.
“Giulio non avrebbe capito, quindi non gli è stato spiegato”
Parlo quotidianamente con persone che so non capiranno un cazzo di ciò che sto per dire loro, ma lo faccio comunque. Per sfidare la genetica proprio. E non sono autistici. No no. Non gridano, non si lanciano per terra, non dondolano. Però bestemmiano, leccano culi e galleggiano.
Fatico a scrivere in questi passaggi perchè mi altero e quando mi altero tendo a dire cose che penso senza il filtro dell’educazione. Forse il Giulio di turno non si è accorto della cosa, ma gli insegnanti, la scuola e tutti coloro che sapevano e hanno fatto finta di nulla sapevano cosa stavano facendo. Se ne sono accorti, ma lo hanno fatto lo stesso. Stavano emarginando, isolando, ghettizzando.
Poi che vadano in chiesa a mettere l’euro nel piattino delle offerte, mi raccomando. Perchè bisogna essere buoni e altruisti, ma meglio farlo a distanza con meno sbattito piuttosto che inginocchiarsi e salutare davvero un bambino che magari non sembra perfetto, giusto?
“Tanto non capisce”.
Io sì però.
E se tuo figlio un giorno si comporterà da stronzo, può darsi che in parte sia anche colpa dei tuoi geni. Che nel tuo caso, forse, tanto geni non sono.