La moda dei selfie è esplosa quando quel manzo di Bradley ha scattato la celeberrima foto agli Oscar 2014:
Un concentrato di figaggine inenarrabile. Nei selfie di gruppo coi miei amici nella maggior parte dei casi sembriamo tossici ubriachi usciti dalla comunità di recupero di Don Mazzi. Io se non uso 65 filtri, Facebook non mi fa nemmeno cliccare sul tasto PUBBLICA. E meno male che al giorno d’oggi puoi vedere in diretta quanto male sei uscita, avendo pure la possibilità di eliminare il tutto con un semplice clic. Fino a nemmeno 20 anni fa il massimo di istantanee che avevi erano delle Polaroid dai bordi bianchi più larghi della foto stessa e se malauguratamente scattavi la foto con poca luce, le facce uscivano come nel film The Ring e tu sacramentavi perchè le ben 8 foto a disposizione erano finite.
Ora invece con i fantasmagorici IPhone, Samsung e chi più ne ha più ne metta puoi vedere subito le smorfie da idiota e aggiustarle con i 45 milioni di programmi PhotoEditor in modo da sentirti gnocca in pochi minuti. Senza ore di tutorial di Clio e eyeliner a panda.
E non venitemi a parlare dell’hashtag #makeupfree che circolava qualche tempo fa in rete..perchè pure senza trucco, in alcuni casa basta solo la luce giusta per sembrare non verdi. Volete davvero cimentarvi in una prova coraggio? Lanciate l’hashtag #appenaapertiglicchi e vediamo. Sul semplice anche: state dormendo beatamente, qualcuno entra in camera, grida e vi sparaflasha in faccia. Quello è un vero selfie non in posa. Spontaneo. E vediamo la bellezza sovrannaturale che si sprigiona. Prevedo già un aumento di telefonate a Mistero per strani avvistamenti domestici.
Dietro ogni foto che vi sembra meravigliosa, ci sono prove su prove e fatica. Fatica di chi deve scattarvene 50 perchè non vi va mai bene nulla, fatica vostra che rischiate una paresi per ogni espressione da lemure che il vostro viso si accinge a fare. Ho visto più culi di gallina con rossetto sulla bacheca notizie Facebook che nei documentari di Melaverde. In spiaggia ci sono più bastoni selfie che ombrelloni. Ho sentito più fidanzate dire “Amore, Selfie” che “Amore, smettila di guardare il culo di quella”.
Partendo dal presupposto che i selfie non sono mai spontanei e che io preferisco farmi fotografare come fanno in America’s Next Top Model, per l’ultima mia gita fuori porta ho chiesto gentilmente al mio coinquilino di farmi una fotina artistica sulla roccia nel lago (già mi immaginavo come una sorta di Ariel d’acqua dolce con cavedani intorno anzichè pesci pagliaccio – che di pagliacci non pesci ne conosco abbastanza).
Devo ammettere che si è applicato nonostante la sua avversione naturale nei confronti della tecnologia:
- Po’ storta, vabbè.
- Mia espressione crucciata da sole negli occhi, vabbè.
- Ma colori bellissimi. Thanks to Madre Natura.
L’infingardo però, a mia insaputa, ha girato un video. Niente di porno e scabroso alla A night in Paris, qui al massimo si potrebbe intitolare A cozz on the scogl. Purtroppo non guadagnerò manco un euro con la sua diffusione e l’unica cosa che prenderò saranno insulti dai fan della forma fisica e dell’agilità felina. Come dice un mio amico,”io di felino preferisco il salame”.
Ma ho deciso che lo pubblicherò comunque. In questo post.
Con superbia e altezzosità nei confronti di quelle ragazze che non postano una foto se non sono truccate come Gabriel Garko. E con arroganza estrema nei confronti di quei maschi che passano ore in palestra, ma se ti incrociano mentre stai trasportando uno scatolone coi bicipiti ormai morti e con gli occhi fuori dalle orbite dallo sforzo, tirano dritto.
E come nella vita reale c’è sempre una storia dietro ogni persona che incontrate sul vostro cammino, anche dietro le foto scattate c’è sempre un cretino…ehm scusate, dietro le foto scattate cercate sempre di restare umili e semplici come il ridere di un bambino.
Siate il sorriso delle persone a cui tenete, che per farle incazzare avete un sacco di occasioni.