…così mi distraggo un po’. E siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò.
Ebbene ci siamo. Il 2017 è qui alle porte e riesco già a leggere nelle vostre menti amiche: parole a caso come DIETA, STUDIARE, BASTA STRONZI. Da brave, rimettetele nei vostri cassetti della memoria e siamo serie. Magari teniamo fuori giusto la dieta, ma solo se non vi stressa e vi fa sentire meglio.
Non mi sono mai aperta troppo con voi, con il pubblico di questo blog, non per mancanza di fiducia, ma perchè la mia ironia va a coprire tutto, come la neve che cade, tutto sotto continua a crescere e vivere, ma ogni rumore resta attutito.
Beh, come tutte le vecchie carampane che si rispettino, un piccolo bilancio vorrei farlo, o quantomeno vomitare fuori una cosa che in quest’anno mi ha spaccato in due come un terron, ehm come un torrone. E ne parlerò non tanto per me (che ormai sono in bilico tra santi e falsi dèi), ma per voi, nella speranza che certe merde le incontriate solo in campagna, a mucchi, coi gas che emanano non con le stronzate che dicono.
Il peggio di questo 2016?
Aver aiutato materialmente (e non solo) una persona per la quale avrei dato anche un rene (nel mio caso resta un modo di dire, dato che con il morbo di Still non posso manco donare una goccia di sangue). Il peggio non è stato aiutare, quello fa sempre bene al mio maledetto cuore da crocerossina impavida e incurante delle tranvate in mezzo agli occhi, il peggio è stato esser stata trattata come un lenzuolo vecchio, strappato per farne stracci, è stato non ricevere mai un grazie, un mi dispiace, un TiStoPrendendoPerIlCuloNonMiCredereNemmenoLontanamente. Il peggio é stato esser stata presa in giro dall’inizio, aver creduto ciecamente in una persona della quale sua sorella dice “non fosse mio fratello manco ci parlerei più”.
Sapete, lui leggerà queste parole, ma gli scivoleranno addosso come olio di argan su una gamba senza peli. Perchè lui è un muro di gomma, per quanto ti ci lanci addosso, i lividi te li fai solo tu, lui torna come prima, o meglio: resta com’è sempre stato.
Nei film fanno vedere che si stracciano foto, si bruciano regali; il “lontano dagli occhi lontano dal cuore” in qualche caso funziona, io i regali non li ho buttati perchè non sopporto lo spreco, li ho dati ad amiche che sono sicura ne faranno buon uso. Per le foto, beh, la raccolta della carta passa ogni due martedì. Già passata da parecchio a ‘sto giro.
Di lui terrò solo il nome con cui mi chiamava e con cui mi firmo nel blog: Priscilla. Lo terrò perché sorridevo quando glielo sentivo pronunciare. Immaginate quanto poco bastava per ogni volta perdonare.
Non vi parlerò di buoni propositi in questo pezzo, manca poco al primo gennaio, quindi siate pazienti.
E non gongolate troppo, mi sono lasciata un po’ andare giusto perchè sento i 30 avvicinarsi con la stessa ansia con cui salgo sulla bilancia e quindi cerco, forse, un abbraccio virtuale da voi.
Ma giusto uno e giusto per oggi, perchè io col contatto fisico non mi sento proprio proprio a mio agio.
A meno che siate Bradley Cooper, allora sì, potrei fare uno sforzo.
Ora scusate ma vedo del pandoro avanzato sul tavolo, credo mi stia chiamando.