Donne, dududu.

A uno dei primi colloqui mi chiesero se avrei voluto dei figli. Risposi che a 19 anni avrei voluto innanzitutto lavorare, perchè magari con uno stipendio sarebbe stato più facile mantenere dei figli.

Dopo qualche anno ad un altro colloquio una donna mi chiese quanti figli avrei voluto. Il fastidio era molto più forte del primo colloquio da 19enne e risposi 7, perchè il mio fidanzato giocava in una squadra di calcio a 7 e volevamo una squadra tutta nostra.

Al terzo colloquio della mia vita in cui esordirono con “dunque, vedo che lei è dell’87, quasi 30 anni, ha un’idea sul quando vorrà dei figli?” Io con molta educazione mi sono alzata, voltata verso la porta e al “Mi scusi, ma dove sta andando? Non abbiamo ancora finito” ho sfoderato uno dei miei meravigliosi sorrisi finti: “a farne uno. Lei stia pure comodo”.

La maggior parte degli uomini, ma ahimè anche qualche donna, non ha ancora ben capito che sono vivi e occupano uno spazio su questa Terra perchè sono usciti da una vagina. Niente cavoli e cicogne, ma vagine. Ho chiesto conferma anche ad un’amica che ha appena partorito e mi ha assicurato che l’essere umano esce da lì, il suo meraviglioso Simone compreso. Maschio o femmina che sia.

A 29 anni non ho ancora ben capito com’è che non ci sia parità dal punto di vista lavorativo, ad esempio. Vi assicuro che a livello impiegatizio, quei 10 cm (ad esser buona) in più non fanno di un uomo un lavoratore migliore. Come non lo fanno i miei 2 kg di tette. Quindi vorrei qualcuno mi spiegasse perchè abbiamo due stipendi diversi a parità di formazione ed esperienza. Non raccontatemi che l’uomo deve mantenere la famiglia o cazzate del genere, perchè mettete un uomo in un supermercato e manterrà solo la sua sete con casse di birra.

Adesso è il punto in cui probabilmente sbuffate e dite “non siamo tutti così”. Vero. C’è anche di peggio. Tipo quelli che ci dicono “ma hai il ciclo” quando siamo nervose. Noi lo abbiamo sempre il ciclo minchioni. “Sempre” nel senso dai 9 anni circa fino alla menopausa. Una volta al mese escluse le gravidanze. E siamo nervose perchè voi siete stupidi. O stronzi. E per quanto mi riguarda meglio stupidi. Non perchè gli stronzi siano più affascinanti, semplicemente perchè in quei casi il dubbio che non siano usciti dalla vagina mi assale. E fondamentalmente dalla parola BUCO alla parola CULO balla giusto una consonante.

Oggi alcuni di voi mi diranno “auguri” e io non saprò rispondere (bene). Vi farò un sorriso finto, sappiatelo. E non regalatemi mimose, vi prego. Piuttosto piatti di patatine fritte, taralli senza glutine, uno screenshot con un biglietto sola andata per Lanzarote. Robe così insomma.

Carino lo slogan di questi giorni “L’otto lotto”. Adoro i giochi di parole. Io, che sono una persona semplice, mi accontenterei del lotto. Quello da milioni di euro.

Come mio pensiero a tutte le donne che conosco, oggi e in tutti gli altri 364 giorni dell’anno lascio quello della mia poetessa preferita, Alda Merini, rinchiusa in manicomio inizialmente a sua insaputa, che come balsamo per il suo dolore, aveva la scrittura. A nostra insaputa, siamo tutte nello stesso manicomio e solo sorridere delle piccole cose ci aiuterà in questa eterna lotta.

Sorridi donna
sorridi sempre alla vita
anche se lei non ti sorride.
Sorridi agli amori finiti
sorridi ai tuoi dolori
sorridi comunque.
Il tuo sorriso sarà
luce per il tuo cammino
faro per naviganti sperduti.
Il tuo sorriso sarà:
un bacio di mamma
un battito d’ali
un raggio di sole per tutti.

Con questo amiche mie, ricordatevi di sorridere. Ma non dimenticatevi che un vaffanculo piazzato al momento giusto, può farvi altrettanto bene.

Tenetelo sempre pronto.

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