“A furia di tenere la testa bassa e lo sguardo sul pavimento, gli altri sensi mi si erano rafforzati, e una delle tante cose che avevo imparato è che il tono di una persona ti dice molto di più delle parole vere e proprie.”
A me il solo sentire “tema della Tragedia” vengono in mente maschere greche e musiche da far accapponare la pelle. Quindi diciamo che la lettura di questo romanzo é partita già con un filino di ansia.
Quando poi si parla di registrazioni audio lasciate in eredità, ok, tengo la luce accesa mentre leggo.
Il titolo mi é piaciuto molto, soprattutto perché con lo sfogliare delle pagine si palesa il fatto che é l’accostamento della neve ad un ragazzo albino. Adoro le diversità, sono sempre curiosa di ciò che non é simile a me o di ciò che non conosco.
La stronzetta di turno c’è anche qui e chiedo scusa a tutte coloro che hanno questo nome, ma Vanessa a me sa proprio di stronza. Illude il protagonista e io personalmente l’ho incolpata della fine che fa. Fine che non vi dico, altrimenti poi non lo leggete, chiaro. Che poi la colpa in realtà non fosse di nessuno…a me una stronza che illude un Bambi mi urta.
Consigliato:
- a chi non ha paura del buio
- a chi cerca il silenzio
- a chi, per paura, vuol piacere a tutti
Sconsigliato:
- a chi si volta dall’altra parte di fronte alle diversità
- a chi non sa dire di no
- a chi teme i finali non lieti