Borly – settimana 32

Nonostante Halloween sia passato da un pezzo, Borly è una zucca questa settimana. Se penso che di solito robe così grosse le faccio portare al coinquilino e ora ce l’ho nella panza, un po’ di stranezza addosso me la mette. Secondo l’applicazione IMamma da qui in poi si parla di aumentare di 500 grammi a settimana per la sottoscritta, quindi secondo i calcoli, puntiamo al quintale. Si accettano scommesse sul mio peso alla data del parto: chi indovina, una pizza insieme pagata de me chiaramente.

I corsi preparto che sto frequentando proseguono molto bene: non mi sono ancora fatta prendere dall’ansia e dall’angoscia nonostante l’ultima lezione svolta presso quello dell’ospedale avesse come tema “il travaglio di parto” e avesse tra le parole chiave MOLTO MOLTO MOLTO MOLTO MOLTO DOLORE. (Non sto scherzando, l’ho scritto nei miei appunti). Ho conosciuto l’ostetrica Marzia: biondissima, occhi azzurrissimi, dolcissima, solarissima che molto professionalmente ci ha spiegato tutte le fasi del travaglio.

Se Tom Cruise ha dovuto affrontare la guerra dei mondi, le partorienti affrontano i PRODROMI. Prima immagine nella mia testa un’orda di esseri che ti pungono la pancia e la schiena senza pietà. Doccia calda e riposo possono aiutare a sconfiggere la loro azione malefica, quindi già avvisato il coinquilino di non abbassare mai troppo la temperatura del termostato. O i PRODROMI vinceranno.

Può esserci la rottura del sacco, ma noi femmine, abituate alle rotture di palle nonostante il nostro esserne sprovviste, non lo temiamo. L’unico sacco rotto per il quale bestemmiamo è quello biodegradabile della spesa.

Concetto base e segno inequivocabile delle contrazioni vere e proprie del parto é che al loro apice non si riesce a parlare. Il coinquilino mi sembrava quasi sollevato a questo punto della lettura dei miei appunti, perchè così “non avrei potuto insultarlo” – illuso – le contrazioni non durano all’infinito, quindi c’è tutto il tempo per accusarlo di essere stato lui la causa di tutto questo dolore dolore dolore.

Quando gli ho letto del passaggio della MARCATURA, ha risposto che sì come nel calcio “la marcatura a uomo”…ragazze, non spaventatevi, siate solo consapevoli che loro fanno analogie mentali diverse dalle nostre. Io alla parola “Marcatura” ho pensato alla riga leggera dell’eyeliner ad esempio.

Ci si deve abbandonare al dolore. Un po’ come quando vi prendete un secco due di picche dal tipo che vi piace. Solo che in sala parto dubito ci siano vasche di nutella in cui abbandonarsi. Più non vi abbandonate e restate stressate, più le CATACOLAMINE vi assaliranno ostacolando il doloroso doloroso doloroso travaglio. E anche qui mi immagino tante donnine giapponesi piccoline con le infradito e le calzette bianche che passettino dopo passettino si avvicinano e wuattttàààà si levano i bastoncini dai capelli e ti infilzano come la base della pasta sfoglia. Ma se riuscite a lasciarvi andare arrivano amiche Ossitocine&Endorfine a salvarvi e tutto andrà per il meglio.

Borly durante la lezione è stato molto attento, non ha tirato nemmeno un calcio. Perchè stava ascoltando. Solo quando l’ostetrica ha detto che il bambino ruota tutto su sè stesso quando esce, ha avuto un sussulto; ma l’ho rassicurato subito – con mezzo patrimonio genetico da TRIVELLA, il movimento gli verrà naturale. E si è rilassato stirandosi tutto.

Tutte noi gravide, gestanti, panzotte eravamo abbastanza affascinate dal racconto, su alcuni volti ho letto del terrore puro e dei “ma perchè quel giorno non sono andata a fare shopping anzichè andare da lui?” e non ci sono state domande anomale per le quali avrei dovuto fissare il pavimento affinché non si leggesse sul mio volto “ma puoi?”

A parte la classica e per alcune ragazze rassicurante “ma il dolore all’apice della contrazione quanto dura?” Ovvio che la Marzia ha dovuto far una stima approssimativa di 30/40 secondi. Cioè amiche, non che io sia un pozzo di scienza, ma se ci pensate bene, che il dolore duri 20 o 40 secondi poco vi cambia, ve lo sopportate e ve lo beccate. Poi magari quello da 20 é lancinante come il mignolino sullo spigolo del letto e quello di 40 invece dopo 20 secondi ormai è già conosciuto. Quando poi ci sono video in giro “il dolore del parto sono come 200 ossa che si rompono insieme”, cioè, io che non mi sono mai rotta nemmeno un’unghia che caspita di paragone dovrei fare?? Non è corretto pubblicare questi video suvvia. Magari una si è rotta un polso ed è svenuta. E grazie al cazzo, scommetto che in sala parto non ti fanno svenire.

Il coinquilino non ha paura di perdere i sensi, ma ha già detto che lui non vuole vedere robe strane. Lo capisco, ci mancherebbe. Ma il fatto che uno dei miei desideri sarebbe partorire in acqua un po’ lo inquieta, gli ho detto che al massimo si mette di spalle e mi attacco alla cintura e quando tutto è finito gli tiro un pizzicotto sul culo così può girarsi senza vedere “robe strane”. Poi chi lo sa, magari arrivo lì e l’idea di una vasca manco mi passerà per il cervello o mi dovranno tagliare come una costata perche Borly si sarà messo dritto per l’ansia da trivellatore. Chi lo sa.

Ogni parto e ogni persona sono a sè.

L’importante é che il coinquilino sia con me: ha voluto l’ingresso trionfante? Benissimo, che si becchi pure l’uscita con sipario e applausi.

Pugnotti da Borly.

3 pensieri riguardo “Borly – settimana 32

  1. beh il dolore del parto è tanto, non si può dire il contrario… però ti posso dire che da quando ho avuto le prime contrazioni a quando ho iniziato a spingere il tempo è volato!

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