Borly è un porro. Di lunghezza perchè di peso è più di un pollo. Anzi, un tacchino ripieno di quelli che si vedono in tv nelle serie americane per il Thanksgiving Day. E se lui è un tacchino ripieno, io sono un incrocio tra un cotechino e un arrosto. Cotechino per la caviglia destra, arrosto per i segni simpatici delle calze, sui quali potremmo giocare a biglie come in spiaggia. No ma la gravidanza rende bellissime. Soprattutto quando vai al mercato dalla tua amica delle olive che non ti vede da almeno 3 mesi e sorridendoti ti dice “Ci siamo eh? hai proprio una faccia distrutta”. Grazie amica, aggiungi anche del pecorino alle olive che così mi distruggo del tutto anche la linea va’.
Fortunatamente ci sono le mie compagne dei corsi preparto che tramite i gruppi whatsapp mi tengono aggiornata sulle quotazioni SNAI. Sì perchè dovete sapere che ormai si aprono scommesse su chi sforna prima. Praticamente dovete immaginarvi la Tyra Banks con di fronte una ventina di gravide che come prove non fa mica servizi fotografici sexy, no, bensì prove di coraggio:
- rasarsi la bargigia con la lametta
- allacciarsi un paio di scarpe da tennis
- alzarsi dal divano senza emettere un suono
e settimana dopo settimana si sforna. Al momento nei 2 corsi siamo 3a3 – tutti maschi tra l’altro. E non una situazione uguale all’altra. Io spero che tutte le sfornatrici abbiano il buon gusto di aspettare che tuuuutte abbiano partorito per raccontare eventuali dettagli agghiaccianti, in modo da non diventare portatrici di ansia per coloro che hanno ancora tappo/acque/bambino al loro posto.
Non posso fare i nomi e cognomi, mica tanto perchè potrebbero offendersi, ma per questioni di privacy, però un paio di episodi ve li voglio raccontare perchè un giorno potrebbe capitare anche a voi, chi lo sa! Ebbene, la famigerata questione tappo – esiste. La festaiola del corso ha esagerato con lo Champagne e si dev’esser presa una bottiglia Midas da 30 litri, perchè ha perso il tappo per oltre una settimana. Roba che i servizi sociali eran già pronti a toglierle il bambino ancora prima che uscisse. Poi fortunatamente le si son rotte le acque e con sta scusa ha evitato gli assistenti ed è andata in ospedale a partorire il pargolo. Scampata all’alcoltest per un pelo – che poi, provate voi a soffiare un palloncino dalla vagina. Mica una passeggiata.
Io che vivevo con l’ansia di dire “ma mi accorgerò quando dovrò andare in ospedale?” e tutte MASSSSSICHETENEACCORGIVEDRAIII – sbagliato. Perchè le contrazioni a volte non si trovano. Non è che non ci sono, non si trovano. Come quando sei convinta di avere il burrocacao nella borsa e frughi frughi frughi ma non lo trovi. Per il burrocacao lo rubi alla sorella, ma le contrazioni mica puoi ordinarle su Amazon. Che poi metti caso che sei una poraccia senza il servizio Prime e ti tocca aspettare pure giorni interi prima che si palesino. Io resto salda alle parole lapidarie delle ostetriche “quando arrivano, se non riesci a parlare sono quelle giuste” – il convivente ha già precise istruzioni a riguardo: pormi domande dove sia necessaria come risposta solo un SI o un NO, in modo che io possa muovere solo la testa senza proferire verbo.
In tutti i gruppi che si rispettino esiste poi la piccola Trilli, non di età, ma di cuore, ovvero quella che ha sempre una parola buona per tutti e lancia polvere di stelle per rassicurare anche quelle che da me prenderebbero solo spranghe sui denti. La Trilli del gruppo è sempre sorridente e non l’ho ancora sentita insultare nessuno, ma non mi arrendo e so che riuscirò a deviarla.
Borly continua a muoversi e credo stia pensando di uscire dal mio ombelico. Guardandomi verso il basso mi sembra di avere 3 capezzoli talmente ora sia sporgente, avendo quasi la certezza di essermi trasformata in un essere mitologico, senza piedi ma con ben 3 capezzoli. Sto provando a spiegargli che la via d’uscita senza maniglioni antipanico è più in basso e ogni tanto secondo me lo capisce, perchè mi dà di quelle fitte vaginali che me lo immagino a prendere a testate qualche tendine o nervo o chissà cos’altro. Per il resto credo stia bene, non lo vedo dal 20 febbraio circa, ma non ho ricevuto lamentele sul loft nel quale alloggia, quindi deduco sia sereno, se non ogni tanto quando decide di spostare i mobili facendomi sobbalzare dal divano.
Se settimana scorsa vi dicevo che mi piacerebbe pensare che Borly porterà la primavera, beh, siamo mooolto lontani. Qui piove e di primaverile non c’è nulla. Gli esperti di parto mi dicono di guardare quando sarà la luna nuova e soprattutto sentenziano che la mia pancia è troppo alta ancora. Ho provato a spiegare loro che in realtà sono i miei addominali a tenerla così alta e soda, ma non mi crede nessuno. Chissà perchè poi. Ho capito però perchè sento sempre il culotto di Borly puntato all’incirca tra le mie tette con tutta la curva della sua schiena sulla mia panza: avete presente quando i nuotatori si preparano ai blocchi di partenza? è per quello!!! Si sta preparando al tuffo di testa! Tutto la mamma. E meno male, perchè assomigliasse al papà me lo ritroverei sdraiato di traverso con i piedi nel fegato.
Tu Borly stai tranquillo che qui non c’è nessun colpo di pistola per il VIA, quando vuoi, lanciati, che le ostetriche in realtà son bagnine come la mamma e ti prendono al volo. Il papi lo mettiamo vicino a mamma con gli striscioni a fare il tifo per noi, ok?
Anche voi amicici e amiciche, tifate per noi.
Sculettatina da Borly.