Le dimensioni non contano

Che qualcuna di voi stia già ribattendo “eh sì già come no!”, avete sbagliato orizzonti. Non si parla di quelle dimensioni ragazze, mi spiace.

Alcune gattare tra voi sicuramente hanno già pensato ciò osservando i bisognini dei loro amici pelosi. Beh, osservando i bisognini dei neonati, la questione è davvero enigmatica. E traumatica. Perchè passi dagli stronzetti del gatto appiccicati di granelli di silicio al mandarino a delle colate laviche arancioni che sfidano ogni forza di gravità presente in natura. Il come Borly da sdraiata si sporchi di caccume fino all’ombelico non mi è ancora chiaro. Probabilmente la puuutenza dei peti spinge il tutto in avanti. Mah, fosse per me lo metterei come un nuovo servizio a “Mistero” con Bossari che ci spiega i confini sovrannaturali dei Pampers.

Devo ammettere che prima di sfornare Borly, io ai pannolini lavabili ci ho pensato. Per la questione del plasticame addosso, per l’ambiente, per la spesa di quelli tradizionali… una volta nata e viste le prime opere d’arte, il pensiero si è volatilizzato ed è passato a “cercare un esorcista”. Perchè tu non ti capaciti come da un esserino che pesa meno del tuo gatto possano uscire dei rumori simili a tuoni d’agosto. Le sagge “sarà per quello che mangi tu, glielo passi con l’allattamento” – Carissima, io mica mangio petardi. Nè granate. Al massimo granite. Al gusto cola. Così poi ho talmente sete che devo pure comprarmi una bottiglietta d’acqua. Naturale che sennò poi frizzante c’ha il gas e Borly inneggia la nona sinfonia di Beethoven col culo.

Non importa che il vostro bimbo sia maschio o femmina, di 3 kg o di 5. Vi stupirà con effetti speciali, cagate coloratissime, liquidissime, granellosissime. Per non parlare dell’emozione di quando oltrepassa il pannolino per depositarsi su body e tutina. E chiaramente Borly tutta eccitata per la creazione, sgambetta come una cavalletta posseduta sul fasciatoio sorridendo tutta soddisfatta e puntando i piedi dritti dritti verso il laghetto arancione.

Preparo salviette aperte.

Preparo pannolino nuovo aperto.

Slaccio tutina.

Slaccio bodyno.

Elllamadonna. Perchè un’esclamazione ti parte.

Lascio pannolino sporco aperto a metà che sisamaichefacciapipìproprioora.

Pulisco il grosso sui vestiti con la salvietta.

Tolgo pannolino sporco.

Alla velocità della luce sfilo tutto da sotto perchè mica vorrai si smerdi pure addosso.

Prendo la Borly a mo’ di coniglio col braccio sinistro accartocciandola su tutta nell’incavo del gomito e con la mano destra le faccio il bidet nel lavandino. Quando è rilassata e compiaciuta, spara un paio di peti anche lì areografando il lavabo e ridendo tutta.

La sgocciolo come un ombrellomini e la riposo sul fasciatoio dove ho preparato asciugamanino Ikea per asciugarle il deretano e ricompleto la vestizione.

Questo rituale per almeno 6/7 volte al giorno. Ovviamente cantando sempre. Perchè nella vita ci vuole musica.

E ci vuole anche uno smacchiatore o velocità spaziale nel trattare subito le macchie sui vestitini – vedete voi se robe bio o no, lì non mi intrometto perchè ognuna ha la sua idea. No Napisan, no Marsiglia, no preghiere. Ma siate veloci, perchè l’alone giallo forever è dietro l’angolo.

Capisci di essere entrata definitivamente in un vortice senza ritorno quando arrivi al punto di aspettare il Pampers Day come quando da piccola aspettavi l’ultimo giorno di scuola, dove al suono della campanella ti lanciavi fuori come un sasso tirato da una fionda. Ecco, al Pampers Day tu ti lanci tutta felice in farmacia, contenta di uscire con un bancale di pannolini. E più il tuo “carrello da bagagli aeroportuali” è pieno, più sei felice. Pazienza se non vedi dove vai e urti qualche auto posteggiata vicino alla tua. Tanto qualche altra mamma avrà fatto lo stesso nei confronti della tua di auto. Ma tu sei talmente soddisfatta dell’affare che della rigata sulla macchina te ne fotti proprio. L’importante è che sia spaziosa dentro, mica bella fuori. Un po’ come le borse e gli zaini che cominci a comprare post parto. Terribili, ma capienti oh.

Borly apprezza i Progressi. No, non nel senso di scienza e Cecchi Paone. I pampers Progressi. Quelli con la rete da pesca che trattengono tutti i pesciolini di cacca. Lei ha l’acqua nel DNA da parte di madre, sarà per quello. Già una sirenotta la MiaBorly.

Saluti cagosi da parte di Borly.

 

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