Peggio di una mamma che rientra al lavoro sentendosi in colpa dopo mesi passati a scoglio con le sue pupe, c’è una mamma frontaliera che rientra al lavoro sentendosi in colpa dopo mesi passati a scoglio con le sue pupe che decide di tirarsi il latte in auto, in modo da ottimizzare il viaggio e non portare via del tempo alle bimbe quando le rivede.
Qualcuno potrà obiettare che io sia una mamma pancina o estremista, obiettate pure, che tanto educatamente me ne fotto. Per me ogni mamma è libera di fare ciò che meglio crede per la sua prole, io voglio solo raccontarvi la mia esperienza per farvi sorridere, mica per convincere nessuno a comprare il bustino sado della Medela forato area capezzolo.
Tiralatte elettrico singolo, doppio mi ricordava troppo un film sui mondi alieni e quello manuale mi ricordava troppo le pubblicità di media shopping. Già è complicato, immaginare Cadeo che mi sbuchi da dietro i sedili e mi gridi “ULTIMA OCCASIONE” sarebbe stato troppo.
La sera sterilizzo i pezzi come se fossi un cardiochirurgo (ma senza assistenti), al mattino li ripongo in un sacchetto monouso in una borsa anonima, pile di scorta e cambio vestiti. Pit Stop fissati per cambio poppa. Sull’autocertificazione che porto in auto ho aggiunto la riga “se volete anche vedere la patente, prendetela voi nel portafoglio che se mi muovo troppo allago l’abitacolo”. Finora non mi ha fermato nessuno, ma so che un finanziere mi sta aspettando al varco col classico “qualcosa da dichiarare?”
E in sottofondo: zz zz zz zz zz zz
-2 bottigliette da 100 di latte materno-
..zz zz zz zz..
Quando un uomo ci prende per il culo quando gli ribadiamo il nostro essere multitasking, lo fa perchè non ha idea del vero significato della parola. Perchè per lui guardare le figlie masticando una caramella è già troppo.
“amore puoi guardare un attimo le bimbe che vado in doccia?”
-eh un attimo che sto finendo la caramella-
“Ma nel senso che la stai costruendo col calcestruzzo e deve asciugare?”
Le donne possono tutto. Possono fare un vocale mentre tagliano le zucchine, controllando che lo smalto dei piedi sia asciutto e pensando a cosa c’è da fare il giorno dopo. L’uomo sta ancora cercando il coltello.
-Ma dov’è il coltello per le zucchine?-
“nel cesto della biancheria, ovviamente”
Pure Mengoni ha smesso di cantare CREDONEGLIESSERIUMANI. Ha cambiato in MISONOROTTODEICASIUMANI. E purtroppo, ahimè, spesso son pure le donne a farti rotolare le gonadi.
-Ma come fai a venire a lavorare da così lontano con due figlie a casa?-
“nello stesso modo tuo, in auto”
-Non so come fai-
“Perchè tu hai il cambio automatico e io no?”
Non sono ancora arrivata al mio grado di Nirvana in cui riesco a farmi scivolare addosso le robe, ci sto lavorando, ma gli esempi di arrancamento mentale umanoide sono davvero molteplici e ci sono istanti in cui mi vedo proprio alla Neo di Matrix a schivare ignoranza piegandomi all’indietro. Poi fanculo, devo chiamare l’Osty (Giovanna l’Osteopata) che mi fa scrocchiare tutta. Ma almeno non mi prende in giro come il convivente elettricista quando le dico che sento una scossa dietro al collo.
Dischi che frizionano. E io che pensavo di avere i poteri come una degli XMen. O quanto meno di riprovare un colpo di fulmine dopo quello con la crema di pistacchi.
Che poi, andrebbe bene pure una botta di culo, di sti tempi.