“I pazienti confondono il tempo con l’attenzione: credono che io dia loro piú attenzione degli altri medici, quando in realtà gli do solo piú tempo. Quello che c’è da capire lo capisco in un minuto; gli altri diciannove li occupo concedendo attenzione, o meglio una parvenza di attenzione. Faccio le solite domande: Come sta suo/a figlio/a? E lei, ha ripreso a dormire bene? Mangi un po’ di più/meno, eh! Appoggio lo stetoscopio sul petto, poi sulla schiena. Un bel respiro, dico. Espiri lentamente. Ma mica ausculto davvero.”
Per chi, come me, ha dovuto aver a che fare sulla sua pelle con svariati medici, questo libro è da evitare assolutamente.
Il paziente si fida ciecamente nella realtà del suo medico, soprattutto quando l’oscurità diagnosticata non è un’appendice stufa che ha deciso di infiammarsi.
“Villetta con Piscina” mi ha letteralmente invaso d’ansia e lasciato molto perplessa dal punto di vista etico. Sconvolta è dire troppo, ma un po’ amareggiata al pensiero che ci siano davvero nella realtà personaggi come il protagonista che con il loro potere o capacità possano essere così crudeli nei confronti del prossimo.
A me ‘sto cinismo mi ansia, punto
Consigliato:
- a chi crede non avrà mai bisogno di un medico
- a chi è senza peccato, ma non ha ancora scagliato la prima pietra
- ai medici
Sconsigliato:
- agli ipocondriaci
- ai malfidenti
- a chi non sa allacciarsi le scarpe da solo