Sabato scorso ho avuto l’onore di essere accompagnata dal mio coinquilino a fare shopping. Solo perchè a lui servivano delle calze, altrimenti mica sarebbe venuto. Al che, io donna lungimirante, ho lanciato la proposta “Ma andiamo da Calzesogna così guardo qualche collant strano!” Ha roteato gli occhi un paio di volte, accettando e sbuffando.
Non c’era la Julia Roberts a sorridermi con quel suo megasorriso a sofficino Findus, no. C’erano 85 commesse scalpitanti in 2 mq. E a me i leggins con l’inserto in pelle non mi stanno mica bene come a quelle sul catalogo, sembro più una sorta di cotechino impacchettato nel sacco nero della monnezza o ruera (a seconda della regione in cui vi trovate). E la mentitora, che capisco sia pagata per enunciare il falso: “Ma guarda che ti stanno benissimo, ti fanno le gambe lunghissime, sono carinissimi!”
Un altro ISSIMO e l’avrei strozzata con dei gambaletti. Stringendo fortissimo.
(Che poi 150 euro in calzame vario gliel’ho lasciati, quindi, l’ho resa comunque contentISSIMA.. vi chiederete come ho fatto a spendere tanto? Voi non avete idea del costo delle calze da uomo..suvvia, mica son stati quei 4 paia di collant mezzi traforati e mezzi trasparenti + 4 paia di leggins a far la differenza!)
Ora che la parte inferiore del mio corpo aveva risalito la china dell’obiettivo autostima volevo pensare anche ai piani alti ed ebbene sì, sprezzante dello sguardo beffardo della stragnocca a grandezza Golia di fronte a me, con passo sicuro e consapevole ho varcato la soglia di Infimissimi. Meno commesse, e più metri quadri, la metà vuoti (e in quel momento la mia sicurezza ha un attimino vacillato perchè mi sono domandata se fossimo in periodo di saldi e io non fossi stata avvisata dai millemila sms promozionali che ricevo quotidianamente..) Con malcelata ignoranza in materia, mi accingo a provare due paia di reggiseni decisamente meritevoli addosso alla tizia in foto, una certa Irina – tutta con la faccia incazzosa (avessi io quella pancia e quel culo andrei in giro con un sorriso stampato sulla faccia, secondo me non mangia da mesi..per quello sarà nervosa) – ma chissà perchè su di me non fan lo stesso effetto.. sarà l’espressione del viso che mi frega, sicuro. Perennemente a dieta, a far tutta l’incazzosa ora lei ha un ex che si chiama Cristiano Ronaldo, io col mio aplomb al massimo invece potrei farmi amico sì un Cristiano, ma Malgioglio. E anche qui la mentitora: “Ti sta proprio benissimo, ti dà un sostegno impareggiabile”
Amica di push-up, avvisami che anche nel leggere il prezzo avrò bisogno di un sostegno. Che 35.90 euri per il modello SUPER PUSH-UP GIOIA è un furto per due motivi: uno, se il super push-up non mi fa appoggiare il mento alle tette non può definirsi Super, due: è da tempo che non vedo una gioia, ma non sono ancora così disperata da doverla comprare.
Sconsolata ma col portafoglio in salvo, opto per la concorrenza Irina, mi spiace. Salutami il tuo attuale manzo Bradley e nel caso si stancasse della tua espressione imbronciata con bocca semi-aperta, avvisalo che anche io sono mora con gli occhi verdi.
La concorrenza si presenta così: sfondo nero e scritta bianchissima Tecredis. Sì esatto, Tecredis. Perchè già in vetrina noto milioni di 3×9.90, -50%, 2 a 15.90 che mi stordiscono, entro spavalda e sicura di trovare il mondo a un prezzo ridicolo e invece dopo il secondo passo i numeri spariscono e compaiono ovunque messaggi minacciosi MERCE NON IN SALDO. Tecredis. Perchè tu TeCredevis costasse tutto poco. Invece MeCoionis. Ma dato che esiste una legge implicita secondo la quale non si può uscire da Tecredis a mani vuote, mi guardo attentamente intorno. Qui non ho l’Irina che mi fissa, da Tecredis mi sento a mio agio, quindi opto per una sobria canotta bianca con le banane che userò come pigiama nelle calde notti novembrine.
Canotta con banane a euri 3.99. Nemmeno le banane al bancofrutta del Gigante costano così poco. Mi batto una mano sulla spalla: ottimo affare Priscilla.
Felice dell’acquisto torno dal coinquilino, che nel fratempo aveva finito i 15 pacchetti di sigarette dribblando i ragazzi delle bancarelle del mercatino che volevano vendergli stelle di natale, arance, noci, pandori, formaggi nostrani, saponi e torroni.
“Hai finito? Da Mötivi non entri?”
“No grazie, da Mörivi dovrei essere a digiuno da 6 anni per allacciarmi il bottone dei jeans della loro taglia più grande, la 36.”
“Ok dai, allora andiamo a casa che ti faccio la pizza. Mezza Tonno&Cipolle e mezza con la soppressa”
Sorriso a 60 denti e già il retrogusto di cipolla nei miei prossimi rutti.
Tiè Irina, beccati questa.