Ci sono tappe fondamentali nella vita di una donna: la prima ceretta inguinale, il primo due di picche da quello che ti piace che vuole solo la tua migliore amica, l’arrivo della cameretta di tua figlia.
Diffido da chi la prepara in pompa magna prima della nascita coi vari toni dell’azzurro da carta da zucchero a blu oltremare o da rosa confetto pigiama stinto a rosa confetto bomboniera che prende polvere. E non solo perchè il rosa e l’azzurro in sè non mi piacciono; ma perchè credo che ogni essere vivente, grande o piccolo che sia abbia il proprio colore distintivo, a prescindere dal suo organo genitale.
Mia figlia è l’arancione di un’arancia di Sicilia succosa e dolce. L’arancione dell’equilibrio dei monaci buddisti. (equilibrio mio che va a farsi fottere quando inciampo nei lego per terra, ma io non essendo arancione son giustificata). L’arancione frizzante di un crodino rovesciato sul pavimento appena lavato che appiccica pure la mosca che non riuscivi a prendere. L’arancione del sorgere e del tramontar del sole, perchè ogni giornata non può che esser meravigliosa con il suo sorriso per me. Che poi dica “mammabutta mammavecchia” son dettagli.
Il primo pensiero di quando ho visto la cameretta montata è stato “finalmente questa casa prende forma”, ma forse inconsciamente volevo dirmi “cazzo, sono davvero una mamma”, o ancor meglio “cazzo cazzo, tra poco arriva la seconda e senza cameretta sarei stata fottuta”. Perchè, lo ammetto, mi piacerebbe ancora dormire tutti nel lettone appassionatamente, ma abbiamo problemi tecnici di spazio. Chiaro che non la lancerò nel lettone ad una piazza e mezza, probabilmente lancerò il padre, che lungimirante ha scelto della cameretta solo la dimensione del letto.
Pazienza se poi la casa dopo quasi 10 anni che sei dentro è ancora da sistemare, il giardino da finire, il loft delle polle da modernizzare, la mansarda da sbaraccare visto che in realtà è un deposito stile “container al buio” di Affare Fatto su DMax, dove puoi trovare da un peluche unicorno ad un tavolo da ping-pong. Tu continui a ripeterti che prima o poi sarà finita, come le tue finanze, la tua pazienza, il tuo amido di mais.
Mi piacerebbe anche crearle una casetta sull’albero, ma al momento sono sprovvista di albero. E il convivente che non appoggia nessuna delle mie idee geniali (ma sa che mi possono venire da un momento all’altro) per prevenire mi ha piantato un ulivo in giardino. Ulivo secolare tra qualche millennio, quindi al massimo su quello posso costruirci l’altalena per la figlia di Barbie. Non vi dico quando gli ho chiesto di prendermi una capretta.
La scelta della cameretta è una responsabilità amici, non è mica come i vestitini che puoi riciclare quasi all’infinito da amiche e parenti, no. La cameretta mica la cambi come un body. Cioè, se io vedo mia figlia arancione e lei tra qualche anno si vede marrone? Lì son proprio nella marrone totale. Mi sarebbe anche piaciuto seguir la Montessori eh, ma poi mi son detta “fanculo, questa ha affidato il figlio Mario neonato ad una balia e poi ad una famiglia, quindi ciao Maria faccio da me“. E pazienza se poi a 14 anni gli si rivela eh, comodo evitare i terrible two che in realtà immagino continuino fino a restare terrible endless. Questa si evita notti insonni, rigurgiti a esorcista, fiumi di saliva, montagne di merda, urla di ribellione e poi bellabella mi dice come fare il lettino? Eh no, amica, così è scorretto.
Poi se siamo entrambe MM ma io MammaMerda perchè ogni tanto la piazzo davanti a youtube per fare i balletti e lei Maria Montessori perchè la fa giocare coi cubotti, mi spiace oh, ma io la vedo arancione. Come un’albicocca.
Maria mi perdonerà, più nome cristiano di questo non c’è, quindi ho estrema fiducia nella sua pazienza e compassione.
Ma voi amiche mamme..di che colore vedete i vostri pargoletti??
A parte nero pece quando vi fanno incazzare come api…