Caos Calmo, mica tanto (calmo)

Premetto che ho letto il libro della Kondo sul magico potere del riordino. E di magico non ho visto nulla. Ad eccezione del peluche della borly sotto la chiappa destra. Ma forse colpa mia, magari ho sbagliato libro e avrei dovuto leggere “96 lezioni di felicità”.

Io ci provo ad esser ordinata a partire dalle piccole cose. E sono sicura fossi sola, ci riuscirei anche.

Complici lockdown, flydown, baby blues, terrible two, lemucchefannomu e hitmebabyonemoretime…ammetto che la mia soglia di sopportazione verso l’assenza totale di piccoli gesti quotidiani sia praticamente nulla.

Ho fatto ricerche accurate e fortunatamente non sono l’unica in queste condizioni. Non centrare il cesto della biancheria è roba da principianti. Ho amiche che si ritrovano la tazzina di caffè in bagno. Che adottano tattiche differenti: ci sono le stoiche. Ovvero, a mio parere le più coraggiose che lasciano l’oggetto fuori posto finché l’infingardo inutile penedotato non si degna di rimetterlo a posto (la tazzina nel frattempo cambia colore con le stagioni). Poi ci sono le creative: spostano l’oggetto dove possa dare oggettivamente fastidio all’umano in questione: tipo nelle scarpe del lavoro.

Io ho adottato entrambe le tecniche ma senza successo. Ho lasciato un calzino accanto al divano, ma dopo 3 giorni me l’ha portato il gatto in bocca come trofeo, pensava fosse un topo morto. Ho poi provato a spostare 2 melanzane raccolte nel’orto dal secondo gradino in casa al centro del corridoio: me le sono trovate all’ingresso come guardie. I leoni di pietra fan troppo “dimora da film” oggigiorno.

Ci sono maschi che anziché buttare il rotolo finito della carta igienica, ne mettono uno dentro l’altro fino a farlo diventare della dimensione del labrador della Scottex. Altro che 4 veli di morbidezza, un sacramento ben piazzato.

Tra i migliori metterei quelli che si aspettano una statuetta a mummia dorata in piedi per un “Amore ho lavato i piatti”… -caro, ma ci sono ancora i bicchieri e le posate sul tavolo-… “oh, tu mi hai detto se potevo lavare i piatti!”

Sempre a lamentarci eh?

Qui potrebbe quasi aver ragione lui, dannazione.

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