“Eh ma se ci dicono di uscire, noi usciamo”
“Ci stanno togliendo ogni libertà”
“Moriremo respirando la CO2 nelle mascherine”
Potrei continuare con altre perle di porci. Ma mi soffermo su queste perchè sono le mie preferite. Sul 5G non posso esprimermi perché sono tecnologica quanto una poltrona e su RNA/DNA, io per assonanza direi solo SPArite.
“Secidiconodiuscireusciamo”. Ma com’è che invece quando vi dicono, per esempio, di rispettare la fila distanziati, di esser solo una persona in cassa al leroy merlin, di non posteggiare sui posti per disabili se non lo siete, non lo fate? Cioè, rispettate ció che “sentite” a seconda se vi fa comodo o meno? Bruttarello come atteggiamento. Qualcuno ha anche avuto la poca genialità di dirmi “eh ma tu hai un giardino, facile parlare quando si ha il prato!” Beh, indubbiamente tra avere un prato e non avere un cervello, è di fatto una lotta impari. Fortuna vuole, che chi mi conosce, sa benissimo, quanto io non sopportassi gli ammassi di gente moooolto prima del covid, di quanto mi nascondessi in bagno quando al lavoro si passava a sbaciucchiarsi tutti per le feste di Natale e di come il Tigros Drive e Amazon fossero miei conoscenti da Mó (Mó=lasso temporale accompagnato da gesto della mano con palmo verso la spalla corrispondente).
Sulla “libertà” si aprirebbe un capitolo vastissimo, quindi debbo centellinare gli argomenti. Il fatto di non sentirmi libera di prender a manate (igienizzate) in faccia chi non rispetta le regole mi disturba. Ma questo anche da quando si poteva non igienizzare. Voi che vi sentite -privati delle vostre libertà-, avete mai dovuto camminare scalzi sulla sabbia rovente per ore, star chiusi in un bagagliaio e rischiare la vita su un barcone stipati come stuzzicadenti? Siete mai stati seppelliti con la testa fuori presa a sassate per aver messo le corna al partner che vi picchiava? Vi è stato mai tirato fuori un bambino e lanciato su un tavolo con ancora il cordone attaccato? Vi è stato mai fatto un tatuaggio sul braccio che non volevate? Avete mai dovuto gridare ASILO, senza la parola BONUS?
Quando penso che il mio sentirmi “libera” è farmi una nuotata (cosa al momento impossibile), ci sono volte in cui mi incazzo. Con chi fa quel cazzo che gli pare lo stesso. Ma anche con me stessa, perché arrivo sempre al punto di ridimensionare tutto e capire che il privilegio di incazzarmi per le piscine chiuse, è una fortuna. “E vabbè ma se dovessimo tutti ragionare come te, non vivremmo più, non si possono aiutare tutti” Chiaramente dissento da questa frase, perché arrogantemente penso che se tutti ragionassero come me (e non sono di certo una mosca bianca per fortuna) si starebbe meglio. E il fatto che un no-vax possa fare lo stesso pensiero, mi lascia sgomenta. Io son fermamente convinta che aiutare il prossimo sia un dovere di tutti, perché chi aiuta potrebbe tranquillamente diventare chi dev’esser aiutato e seppur a volte con irritazione, mi tocca ammettere che la barca è sempre la stessa. Che poi alcuni vorrebbero che i barconi finissero sotto al mare…anche io avrei voluto costoro finissero sotto una pisciata qualunque, anzichè su un test di gravidanza dando due righe rosse, ma visto che ora son qui, proviamo con l’esempio a dar l’esempio. Si sa mai che qualcosa attecchisca.
Sull’anidride carbonica nelle mascherine.. ora ho capito forse per la prima volta il perché nessuno ci provi con me nemmeno al lavoro. Ad assaggiarmi. Dove ho colleghi che usano da sempre la mascherina. Perché ormai sono zombie e come in The Walking Dead, cercano solo umani da spizzicare come aperitivo. A me non mi calcolano perché evidentemente a furia di respirare la mia fantomatica CO2damascherina, son Zombie anch’io e non me ne sono accorta. Avrei dovuto intuirlo dalla pianta carnivora che ho sulla scrivania che è diventata vegana. Lascia stare le mosche ma prova a sgranocchiare le matite.
Si dice che da oggi siamo arancioni. A me pare sempre più sul fondente. Quindi, spalmo.