Come le piante che non capiscono sia già autunno, anche io insisto a voler veder il sole, anche se dentro ormai è ghiaccio questo suolo.
Come le margherite, che sferzate dal vento e pisciate dai cani, restano alla mercè di chi non sa dare un nome al proprio amore e donano agli altri ì propri petali; anche io insisto a restar Margherita e meno Rosa, sia di spine che di posizione geografica.
Come il rosmarino che ignaro del suo destino con quattro patate arrosto si staglia alto verso il cielo, anche io ignara del pugno allo stomaco che mi prenderò, continuo a tener gli occhi fissi lassù, perché sulla linea del mio orizzonte non trovo più nulla per cui valga la pena restare.
Come quando vi stupite di fronte ad un fiore che nasce fra i sassi, così anche io mi perplimo quando ciò che pensavo sole lascia così tanto freddo dentro. Io che cerco onestà, chiarezza e coraggio e ricevo a stento una notifica di lettura.
Ovvio e non consolatorio, ma il mondo gira lo stesso. Anche mentre provi una delusione che ti sembra insormontabile e senza fine. Le ceste dei panni ci sono lo stesso. La merda del gatto nella lettiera pure. Ci sono pure farfalle bellissime a novembre. E una fraccata di cimici.
Tu?
Stai guardando il mio stesso cielo dal tuo pianeta con l’anello blu? Ascoltando la stessa canzone? Maledicendo lo stesso presente?
Qui MaiSana, continuo dentro a scavare.
Lì MaiSano, come puoi non voler raccontare?
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