“A me m’ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c’é una ragione. Perché proprio in quell’istante? Non si sa. Fran. “
Di Baricco non avevo letto mai nulla che andasse oltre ad una frase da anima lacerata e sospesa. Giusto per capire il pathos.
Ammetto che l’idea di qualcuno che nasca, viva e muoia su una nave mi affascina. Poetico e placido, leggerlo vi trasporterà su quella nave, per ascoltare il pianista Novecento. Che sputtana con classe il solito arrogante di turno senza nemmeno far fatica e senza troppe moine.
Perchè così si fa. Con classe.
Non serve troppo rumore per farsi sentire. Nemmeno in mezzo all’oceano.
Consigliato:
- a chi cerca la propria isola
- a chi sa fare, senza ostentare
- alle sirene
Sconsigliato:
- a chi pensa che l’arte vada sempre messa sotto i riflettori
- a chi ama il rumore
- a chi soffre il mal di mare