Che la si voglia chiamare Quarantena o Isolamento Forzato o Buonsenso, qui a casa Trivellon si chiama Rotolamento Programmato. Complice il fatto di essere oltre la 20esima settimana di gestazione, le forme non possono fisiologicamente assottigliarsi, pertanto accetto la sfericità con assoluta benevolenza. Con decisamente meno benevolenza accetto e accolgo commenti del tipo “eh però tu essendo incinta in questo periodo, puoi stare tranquilla a casa!”. No, esimie teste di cazzo, pure da incinta non sono tranquilla (a sapere ci siano monocellularineuronali come voi in circolazione). A prescindere dall’utero pieno, proprio.
All’inizio di quella che sembrava una campagna contro i ristoranti cinesi, ma anche giapponesi o koreani o dei negozi di paste siciliane, insomma, ovunque ci fosse qualcosa che ricordasse gli occhi o il gusto mandorla, non ci si preoccupava delle mascherine ad esempio. Perché il problema erano gli involtini primavera. E invece, guarda un po’ il karma, ora siamo noi degli involtiniAprimavera, belli unti e ripieni. Citando poi il mio amico Karma, che di solito agisce in silenzio per vie sconosciute, a sto giro ha pisciato fuori dal vaso, salutando Boris Johnson a mano aperta e con un sorrisone. Sarà un karma dallo humour inglese. Paese che vai, karma che trovi.
Da noi, ad esempio, il karma é stato più sottile. Improvvisamente ci ricordiamo del cibo italiano, il più commentato e ricercato nel globo. Ci dimentichiamo forzatamente delle barcate AllYouCanEat di Sushi e dello Zio Ronald McDonald, sfanculando Happy Meal e cercando al massimo Happy Feet su Disney+. Ma ecco che il karma colpisce, facendo dissolvere tutto il lievito fresco nei supermercati. Comprare quello istantaneo/secco??
“Ma sei matta? Non sai mica cosa ci mettono in quello lì”
Dai amici, fino a ieri mangiavate piatti pronti con scadenza nel 2040 con la scritta “fresco” sopra, no all’olio di palma ma sì all’olio di motore, e ora mi fate gli schizzinosi con un lievito istantaneo? Da bravi su. Ora tutti bio, eco, green. Quando invece vi raccontavo che congelavo pappe della borly o brodi o facevo le conserve e sughi, tutti a prendermi per il culo con le mie “credenze da hippie”. Io spero che questo amore per le piccole realtà che ora vi portano la pappa a casa, resti anche nell’ipotetico dopo, quel dopo in cui potrete tornare a scegliere se invadere un Burger King o andare a comprare dai produttori locali che hanno i campi che profumano di letame.
Io ormai dopo un mese circa di RP (Rotolamento Programmato) sono diventata un incrocio tra Cannavacciuolo e la Cipollari. Coi baffi, la panza e una parola buona per tutti. E le pacche invece che darmele sulla spalla, me le mollo in fronte ogni volta che mi ostino a leggere commenti sotto post dei social. Ieri, ad esempio, ho letto il messaggio di una mamma che si diceva triste perchè la figlia si é laureata con una mail. Ora, il mio primissimo pensiero é stato “che culo, manco ha dovuto pensare quale vestito mettersi per non far vedere le ascelle pezzate dall’ansia”, ma mica ho sentito la necessità impellente di commentarlo. Mi sono messa nei panni di quella mamma che magari avrebbe avuto piacere a veder una corona di alloro finta, un completo elegante, un fazzoletto lindo per asciugar le lacrime di orgoglio e commozione. Invece no, i commenti al post viaggiavano dai vari “complimenti, avrete modo di festeggiare” ai CéGENTECHEMUOREEUNOPENSAAFESTEGGIARE. E su questi io mi incazzo come uno sciame di vespe quando per sbaglio urti col piede un loro nido. Non so se avete presente. Sono sicura, anche non conoscendola, che la signora Daniela non voleva denigrare il lavoro di tutti coloro che stanno salvando vite, battendo scontrini da 3 euro, pulendo i corridoi degli ospedali, spaccandosi la schiena a sollevar cassette. Stava semplicemente esprimendo un suo pensiero che la rendeva triste. Ognuno di noi ha i propri drammi. E sono altrettanto sicura, che i vari indignati, quando schiattano bambini in Siria o annegano persone in ogni mare, o vengono abbattute foreste intere, continuano a pensare ai fatti loro. Perchè, ad alcuni, finchè non viene toccato il proprio orticello, se ne sbattono dei vicini di campo. Ma, ahimè, ora i telegiornali parlano di città a pochi km da loro, una realtà che possono toccare, con guanti o senza. E quindi si indignano. Comodo, così. Ricordatevene anche dopo.
Qui a lievito fresco non so quanto duriamo, ma mal che vada faremo una pizza di pastafrolla, giusto per essere alternativi. Lievito per dolci ancora ne ho e se finirà prima lui dell’isolamento, passeremo ai frullati di pasta al sugo, lanciando magari una nuova moda. Diciamo che mi preoccupa di più la carta igienica del lievito, così a spanne. E solo perchè non ho piante di fico o di palma in giardino, altrimenti, nemmeno la carta igienica mi preoccuperebbe.
L’importante é dar sfogo alla fantasia e non buttare nulla, viviamo in un mondo pieno di idee facilmente reperibili, condividiamo le esperienze, diamo libero sfogo all’empatia verso gli altri, il mondo é lo stesso per tutti. Provate, a trovare il buono anche in questo momento.
E se per qualche torta usate solo i tuorli, non vediate gli albumi come scarto, ma meringate il mondo.
Se per me sono calorie pure, per una Borly sono tette.
“Tante tette mamma. Forno tette. Buone”