Senti che fuori piove, senti che bel rumore

Stanotte ha piovuto. O è piovuto, se più vi aggrada.

Ma proprio una roba da “Il Signore è arrabbiato, il diluvio manderà”, chissà poi dove si erano cacciati i 2 liocorni. Io sto ancora cercando di capire che animale sia.

Quando tuona e fulmina, si devono staccare le spine. Insegnamento tramandato fin dai tempi del Tirannosaurus Rex – che ha le zampette anteriori corte perchè le ha lasciate dentro una presa.

E mentre la maggior parte delle persone si rannicchia sotto il lenzuolo strizzando forte forte gli occhi, io mi metto alla finestra e mi godo ogni saetta, ogni tuono che fa rimbombare la casa, ogni cambio ritmo del ticchettio incessante.

Perchè a me il temporale non fa paura?

Che domanda, perchè sono gli angeli che giocano a bocce.

Me lo diceva sempre mio nonno e poi quando non poteva più dirmelo il nonno, l’ha continuato a dire il mio papà. E non vedo perchè dovrei metterlo in dubbio. Siete mai stati in un bocciodromo ad ascoltare una partita di bocce? Sì sì, ho scritto ascoltare.  C’è silenzio sul campo gara, mica il frastuono degli stadi. Quando la boccia è attaccata al pallino e andare a punto (quindi l’accosto) è rischioso, si deve bocciare. Non starò qui a spiegarvi  che si può o con la raffata al volo o con il fermo. Elementarmente parlando la finalità della bocciata è colpire (dopo una serie di passi come “rincorsa”) una o più bocce avversarie per allontanarle dal boccino.

E la bocciata è il tuono.

Il brontolio che si sente prima che il temporale si scateni sono le bocce che rotolano in direzione del pallino all’inizio, appunto, della gara. Questo è l’accosto. O puntata se preferite e se non la confondete con quella di Grey’s Anatomy.

Ho sempre visto papà giocare a bocce e l’idea che anche gli angeli lo facciano mi ha sempre lasciato dentro quel non so che che ti fa sentire calma e pacata anche mentre fuori (da te o dalla finestra) si scatena il demonio.

La pioggia mi rilassa, perchè se ne frega di cosa ci sta sotto, lei cade. E ogni elemento che tocca produce un suono diverso…la pioggia non ovatta come la neve, amplifica.

Stanotte lampeggiava a giorno attraverso le persiane, io dormicchiavo e quando il coinquilino è venuto a svegliarmi sprezzante del pericolo di prendersi un CHE CAZZO VUOI (che io quando dormo mi si abbassa il livello di eleganza) ho capito doveva esserci qualcosa di fantastico.

Voi non prendetemi in giro ora, per me di fantastico c’è pure un gregge di pecore per strada, tanto per dire.

Lui se ne stava lì, appiccicato al vetro con le sue ventosine, mentre fuori il vento spezzava alberi e scoperchiava tetti. Lui immobile, probabilmente a chiedersi chi fosse quell’otaria in mutande con un telefono in mano in ginocchio per terra a 5 cm dal vetro. E dico LUI perchè sicuro fosse stata una lei, sarebbe stata sotto qualche typhia latifolia a chiudere le canne di bambù per non far volare le foglie stese. Era un lui, uscito magari per comprarsi due moschini da far su.

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E io spero fosse un futuro principe, sfuggito a qualche scurbatt (per i non varesotti CORNACCHIA) affamato. E non che sia il solito minchione perso per i boschi in cerca di un pokémon.

Noi di principi ne abbiamo sempre bisogno.

 

E anche di pioggia, perchè siamo così stupidi (troppo spesso) da non apprezzare il sole se prima non è venuto giù il diluvio universale.

senti che fuori piove
senti che bel rumore…

 

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