Più che un film cult, sembra il titolo di un rito di culto. Un insieme lungo di preghiere. Perchè una donna incinta di 38 settimane al 28 luglio non è dolce nè carina. No. Al massimo Accaldata, Irascibile e Nervosa. E se ha finito anche il casera in frigorifero, non rivolgetele parola. Potete rivolgerle al massimo del Pecorino o del Grana.
Di notte ti svegli con le gocce di sudore che ti colano dal centro della nuca al salvadanaio delle mutande, ti cospargi di talco come Pollon e ritorni a letto aprendo gli occhi ogni ora verso il bat-orologio; sì, perchè il tuo compagno vive col bat-orologio: un aggeggio che proietta l’ora color rosso fuoco sul muro. C’è chi in camera ha gli acchiappasogni, io c’ho l’acchiappaansia.
Del resto, oggettivamente non sai se sarà meglio una volta fuori o nel caso tenersi l’anguria fino a ferragosto, fatto sta che se volete un consiglio: fatevi farcire in estate. Massimo entro agosto. Lo so che “Antò fa caldo”, ma piuttosto comprate un ventilatore per l’impollinazione, che dura poco. Perchè se già essere incinta non ha nulla di poetico a dicembre quando tra te e il pandoro l’unica differenza è lo zucchero a velo, a luglio essere incinta è un po’ come sentirsi Messner di fronte ad una rampa di scale, ma arrivare in cima e parlare per i primi 2 minuti come Roberto da Crema.
“Ma dai che esagerata! Hanno detto anche al telegiornale che questa non è nemmeno un’estate afosa, ce ne sono state di peggio su!” – Anche tu potresti finire peggio che cornuta da tuo marito e schifata pure dai cassonetti dell’umido vista la tua mania di lavarti le ascelle solo con acqua, carissima. Ma io sono sensibile e non te lo dico. Ti immagino soltanto: sollevata da terra e ribaltata dentro un camion dell’immondizia. Con i sacchi che si scansano al tuo arrivo come le acque con Mosè. A me non interessa se i telegiornali dicono che questa è una fresca estate. Io sento fresco solo quando immergo i piedi nel bidet nell’acqua gelida con gocce di olio essenziale di menta.
“Massssì, l’importante è che stai bene”. A parte -che stia-. L’importante vero è avere il condizionatore. Tutti a elogiare Meucci o Bell che sia per l’invenzione del telefono, ma se chiedete a qualsiasi gravida d’estate, vi risponderà che i cari inventori del telefono sono completamente inutili, visto che non hanno fatto altro che fare da precursori ai cagacazzo che vi scrivono “ma ancora nulla?”, quando di norma non li senti manco a Natale. Quindi io dico grazie a Willis Carrier, inventore del sistema moderno di climatizzazione. Che non se lo fila nessuno, ma a me sta salvando almeno il 50% delle giornate. Thank you, Willis.
Ma soprattutto un grazie gigante ai nonni, che in questi giorni si alternano la Borly e le fanno vivere una realtà normale, fatta di giochi e spensieratezza, non di sbuffi e ohIssa di una mamma un po’ troppo ingombrante. A volte mi chiedo se io sia abbastanza, se stia facendo abbastanza, se questa abbastanza sarà sufficiente. Se non mi sto esaurendo pian piano o se il mio cervello si sta sciogliendo col caldo. Poi però leggo post di mamme dove chiedono quanto dare ai figli per la fatina dei denti e la mia autostima spicca il volo. Sì, perchè, detto fra noi, a me non è che faccia impazzire l’idea di tenere dei denti in un cofanetto, quindi piuttosto un bel libretto di risparmio così a 18 anni si rifà il naso, nel caso lo avesse preso dal padre. Fatina del naso, mica dei denti.
Ah e se qualcuna si offendesse, passi pure oltre eh. Che per la fascia mattutina ho esaurito gli sbuffi e ho già alzato gli occhi al cielo troppe volte. Già visto ben 3 ragni negli angoli. Almeno mangiassero la polvere, macchè.
Pensatemi, con un travaglio breve, ma soprattutto fresco di ghiaccio e menta.
Pensatemi come un mojito gigante in pratica.